Alberto

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Oltre il cinema: la filosofia di Matrix nell’iperrealtà di Baudrillard

L’idea che le nostre vite siano una simulazione è il lascito più significativo dei film delle sorelle Wachowski, ma il filosofo francese cui si sono dichiaratamente ispirate ha sempre sostenuto di essere stato frainteso.....

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Si spacca il Piemonte del vino: Barolo, Barbaresco e Roero fuori dal consorzio

Da una parte le piccole realtà che puntano su qualità ed esclusività, dall'altra le dinamiche delle grandi aziende e delle società cooperative: così si sgretola la compagine di Piemonte Land of Wine. Dimissioni del presidente Matteo Ascheri....

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https://cdn.vox-cdn.com/thumbor/RBwA33BWcDfnGZpubWFZLLb7hsA=/0x0:3926x3123/1220x813/filters:focal(1649x1248:2277x1876):format(webp)/cdn.vox-cdn.com/uploads/chorus_image/image/70305223/1234657391.0.jpg

Musk doesn’t think much of these supposedly revolutionary web trends

The metaverse and Web3 are two trends supposedly set to revolutionize the digital world. But the richest man IRL, Elon Musk, is not keen on either. In a recent interview, the SpaceX and Tesla CEO said he couldn’t see a compelling use-case for the VR-driven metaverse, and derided Web3 — a nebulous concept in which internet services are rebuilt around blockchain and cryptocurrency — as “more marketing than reality,” adding “I don’t get it.”

Musk admitted that he might just be “too old” to understand these new technologies. “Am I like one of those people who was dismissing the internet [in] ‘95 as some fad or something that’s never going to amount to anything?” he suggested, before noting that in 1995 he was very much one of the individuals who understood the potential of the internet.

Musk’s criticism of the metaverse focused on a lack of compelling use-cases and a disappointing experience for consumers. “Sure you can put a TV on your nose. I’m not sure that makes you ‘in the metaverse,’” he said. “I don’t see someone strapping a frigging screen to their face all day and not wanting to ever leave. That seems — no way.” He later added: “I currently am unable to see a compelling metaverse situation.

Article https://www.theverge.com/2021/12/22/22849717/elon-musk-metaverse-web3-more-marketing-than-reality

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Dal centro città in aeroporto in 15 minuti a bordo di macchine volanti. Passa dai taxi dei cieli la nuova sfida che vede fronteggiarsi i maggiori aeroporti della Penisola, al lavoro per attivare già tra qualche anno collegamenti con velivoli elettrici a decollo verticale. Non semplici elicotteri, ma navette taxi in grado evitare il traffico e tutelare l'ambiente.

A Fiumicino a realizzare questo sogno potrebbe essere la tedesca Volocopter con il suo VoloCity, un velivolo completamente elettrico che secondo le indicazioni del presidente di Aeroporti di Roma Claudio De Vincenti volerà nei cieli della Città Eterna "entro i prossimi 3 anni", il tempo necessario sia a completare la regolazione di volo, sia a sviluppare i cosiddetti 'vertiporti', le infrastrutture necessarie per consentire la partenza e l'atterraggio.

Obiettivo: le Olimpiadi
Ma a un progetto analogo lavora anche Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Linate e Malpensa, che ha siglato una partnership con l'inglese Skyports per collegare in modalità green e nel più breve tempo possibile vari punti cruciali della città. ´L'idea - spiega il coo di Sea Alessandro Fidato - è di presentare in anteprima questo servizio nel 2025 per poi lanciarlo in pianta stabile in occasione delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina 2026". La corsa è ufficialmente partita e chissà chi, tra Roma e Milano, arriverà prima al traguardo.

Articolo> https://www.ttgitalia.com/stories/trasporti/173340_taxi_volanti_e_scali_parte_la_corsa_degli_aeroporti/

Links: https://skyports.net/

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The pandemic accelerated existing trends in remote work, e-commerce, and automation, with up to 25 percent more workers than previously estimated potentially needing to switch occupations

Report Mckinsey https://www.mckinsey.com/featured-insights/future-of-work/the-future-of-work-after-covid-19?hdpid=ec8eb5be-0415-45e9-893a-49a995b85bd5&hctky=9730853&hlkid=59681d81afc74868a4e01b49fca25397


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The year was 2021; Webster Dictionary had added a slew of Gen-Z-related words and phrases like digital nomad, NFTs, blockchain, cryptocurrency, augmented reality, and my new personal favorite dubbed by Mark Zuckerberg, the metaverse.

The translation? The internet is evolving to a stage that is more immersive, intuitive, and one step closer to completely immersive virtual reality experiences.

Zuckerberg may make Meta the first big tech corporation to invest $10 billion in a virtual universe, but we are beginning to see indications that other major corporations will soon follow suit.....

Link: https://venturebeat.com/2021/12/25/video-games-and-their-communities-are-influencing-the-metaverse/?fbclid=IwAR3ZLYC2mWRnsSEFVZICJW7WQsGamJw-AIbIcmKPetOSoY2qB3WHHtyTCtA

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Il blocco di Tor in Russia, la New IP policy cinese e la retorica della “internet libera”

Questi eventi da soli possono sembrare privi di senso, ma se vengono collegati costituiscono un segnale molto chiaro del fatto che, se mai fosse realmente esistita, anche in Occidente la retorica della “internet libera e incontrollabile” ha perso significato.

In altri termini: quali che siano la latitudine (politica) alla quale vengono assunte certe decisioni e la differente sensibilità democratica del Paese coinvolto anche al di fuori delle cerchie degli addetti ai lavori si sta facendo strada la constatazione che chi controlla l’infrastruttura di trasporto e la definizione tecnica di standard e protocolli, governa il modo in cui funzionano applicazioni e piattaforme. Tradotto: controllare sia l’infrastruttura fisica, sia l’assegnazione degli IP e il funzionamento DNS significa controllare quello che dipende da loro: tutto, in altre parole.

Storicamente, l’Italia non si è mai realmente interessata a questi problemi tanto che a distanza di quasi trent’anni la gestione dei ccTLD .it è - incredibilmente - ancora fuori dal controllo diretto del Mise o dell’Agcom mentre sugli IP nemmeno “tocchiamo palla”.

A questo dobbiamo aggiungere gli effetti del colonialismo tecnologico straniero sulla rete pubblica e sui (futuri) grandi data-centre per la pubblica amministrazione e la sostanziale incapacità di quest’ultima nell’affrontare razionalmente il tema dell’informatizzazione nazionale. Altri Paesi vivranno in condizioni tecnologiche migliori delle nostre, avranno servizi più efficienti e strutture più resilienti ma non è questo il punto. Anch’essi, infatti, devono confrontarsi con l’assenza di controllo diretto su ciò che fa funzionare la Big Internet e domandarsi - metaforicamente -  che senso abbia costruire grattacieli su pilastri che possono cedere in qualsiasi momento.

.... Per essere concreti: criptovalute, NFT, streaming audio e video, libri, IoT, sicurezza e tutto il parafernalia del marketing tecnologico che ci viene chiesto di utilizzare as-a-service funziona fino a quando i padroni dei protocolli lo consentono.
Fino ad ora, il sistema di internet governance basato sul settore privato ha sostanzialmente “retto” ma i segnali più o meno forti che si cominciano a percepire lasciano intendere che questo modello di governo dovrà cambiare.

Chi - come purtroppo probabilmente farà l’Italia - rimane fuori dalle scelte decisionali potrà soltanto subirle, con negative conseguenze politiche (in termini di ricadute sui diritti fondamentali) e strategiche (in termini di gestione degli investimenti per la transizione digitale) di portata non immaginabile.

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La tv giapponese che si può leccare per assaggiare i cibi sul monitor

Come farebbe un bambino che lecca il suo piatto, quando finisce un cibo particolarmente buono, così molto probabilmente - in futuro - si potrà leccare lo schermo di una tv, o di un qualsiasi altro dispositivo con monitor, per assaggiare e assaporare un cibo. "Taste the Tv" - "Assaggia la tv" - è un prototipo ideato da un professore universitario giapponese, Homei Miyashita, che riproduce sul display - ricoperto da una pellicola che garantisce l'igiene - il gusto del cibo che viene mostrato.
 
L'idea è quella di permettere a chiunque, per esempio, di assaporare il piatto di un risotrante che si trova dall'altra parte del mondo. Miyashita sostiene che una versione commercializzabile del suo prototipo potrebbe costare circa 800 euro.
Alberto
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Grazie a Riccardo Luna per aver ricordato un evento storico che ho avuto l'onore di co-realizzare, il progetto più importante (e longevo) della mia vita che travalicando le questioni meramente digitali, nonostante il tempo passato, è quello che mi è rimasto più profondamente dentro.
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Baidu Metaverse sample. You can visit a Shaolin Temple, browse artworks, and interact with other users in the nascent virtual world, but it's still very much a work in progress.

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Brian Eno: "Con gli NFT anche gli artisti possono diventare piccoli stronzi capitalisti"
Il musicista inglese critico sul valore di Non Fungible Token. E intanto Ryuichi Sakamoto lancia la sua versione di NFT tratti da "Forbidden Colors"
... la più importanti perplessità avanzate da Eno sugli NFT: "Che in un mondo che si riscalda sempre più una nuova tecnologia che usa grandi quantità di energia come proof of work - cioè, per stabilire un certo distintivo di esclusività - è davvero abbastanza folle.
Tutta quell'energia non produce nulla di cui abbiamo bisogno”. Eno scende ancora più nel dettaglio, dimostrando un’ottima conoscenza dell’argomento: “So che c'è la proof of stake, ma non so se può funzionare davvero, a meno che la adottino tutti. E se anche funzionasse, non affronterebbe altre questioni che mi preoccupano”...

 

Alberto
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Pillole dal futuro: la Z-Gen è l'Africa.
Per superare l’impatto della pandemia e riorientare il proprio percorso di sviluppo nella parte centrale e matura di questo secolo, l’Europa punta sulla Next Generation. Il piano di investimenti per la ripresa, a cui è stato attribuito significativamente tale nome, si colloca in un momento cruciale della transizione demografica europea.
La popolazione dell’Unione, arrivata a sfiorare i 450 milioni di abitanti, ha smesso di crescere e sta entrando in fase di secolare diminuzione, nonostante l’immigrazione.
Continuerà però ad aumentare, a ritmo più sostenuto degli altri continenti, la popolazione anziana.
Al contrario, in continua diminuzione è il peso demografico delle nuove generazioni.
Attualmente gli under 25 nell’Unione europea sono poco più del 25% della popolazione totale. Nel mondo l’incidenza è superiore al 40% e in Africa si sfiora il 60%. Nella seconda metà degli anni Settanta, in tutta Europa (non solo nell’Unione) gli under 25 erano circa 270 milioni e anche l’Africa aveva un ammontare equivalente in tale fascia d’età.
Oggi nel primo continente tale segmento risulta sceso sotto i 200 milioni ed è previsto concludere questo secolo attorno ai 150 milioni.
Viceversa, in Africa gli under 25 sono saliti a 800 milioni e sono attesi arrivare, secondo lo scenario centrale delle Nazioni Unite, attorno a un miliardo e mezzo nel 2100. Detto in altre parole, da un ammontare analogo di giovani in Europa e Africa 50 anni fa, si prevede alla fine di questo secolo un rapporto di uno su dieci.
Rispetto al totale dei giovani nel mondo, gli africani saranno circa la metà (stimati oltre il 48%), mentre gli europei saranno meno di uno su venti (sotto il 5%).
Insomma, la Next Generation che va oltre il XXI secolo e porta il suo sguardo pieno di attese verso quello successivo è soprattutto africana.
Se, quindi, la qualità del futuro del mondo dipende soprattutto dall’investimento in formazione e opportunità di valorizzazione del capitale umano delle nuove generazioni, dalla loro positiva e attiva inclusione nei processi di sviluppo sostenibile una buona metà di tale sfida si gioca nel continente africano. Da essa dipende buona parte del successo delle grandi transizioni di questo secolo – demografica, verde, digitale –in un mondo sempre più interdipendente. (cit Prof. Alessandro Rosina - Univ. Cattolica)